La cosa più importante del Natale? Il rito, la consuetudine, le cose che si ripetono.
Che sia l’albero di Natale, la preparazione del presepio, la passeggiata in città, il pomeriggio al cinema, la cena dai nonni, il pranzo dagli zii, il giro in montagna o tanto altro. Quello che conta è la ripetizione, il riproporsi ogni anno di certi comportamenti crea in ognuno di noi, nei bambini soprattutto, una tradizione che genera senso di sicurezza e appartenenza. Se il Natale è la festa della famiglia, allora i riti natalizi formano l’appartenenza famigliare. Conta poco quello che si fa, conta che si ripeta. Il ripetersi delle cose fa sì che si fissino nelle memoria in maniera tale da creare una base emotiva che poi potrà essere trasmessa alla generazione successiva. Conta poi l’attesa, la necessità di aspettare, di preparare. I regali non contano se non c’è la necessità di attendere. Conta che Babbo Natale mi porterà dei regali se sono stato buono, per cui è importante che mi impegni. Babbo Natale però non mi porterà ogni cosa che desidero, sarà questa l’occasione per elaborare la frustrazione del dono mancato. Scartare i giochi insieme ai bambini sotto l’albero diventa occasione di condivisione: la bambola, il videogioco, la macchinina sono un’opportunità di relazione tra grandi e piccoli, sono l’occasione per ritrovarsi in un tempo più lungo, più lento, più morbido, più accogliente. Il vero dono è il tempo in cui stiamo insieme, magari passato a giocare proprio con questi nuovi doni. Ci sono però anche le famiglie spezzettate, gli adulti fragili e i bambini contesi; le famiglie che piangono lutti e le persone più sole. Per molti di noi il Natale è una sofferenza, una fatica difficile da gestire e che forse ci piacerebbe saltare svegliandoci direttamente nell’anno nuovo. Proviamo allora ad abbassare le aspettative, a pensare che quella magia che lucine, canzoni e film nostalgici creano non corrisponde alla realtà. Non vergogniamoci di sentirci un po’ tristi a Natale. Potremmo pensare di gestire la nostra ansia aiutando qualcuno che sappiamo essere in difficoltà, oppure mettendoci a disposizione per il volontariato dando una mano alla mensa dei poveri o in altri servizi. Non restiamo soli, stiamo con gli altri.
2 Commenti. Nuovo commento
E brava Paola!Il Natale non è solo una festa relogiosa ma un occasione per fare pulizia mentale da quell’ansia che tante volte portiamo dentro durante l’anno.L’ansia di fare,di esserci,di non perdere l’occasione o il Tempo.Si,il Tempo. Scritto con la lettera maiuscola,come andrebbe sempre fatto e il Natale,ci regala un modo diverso di vederlo regalandoci talvolta la capacità di riconoscere quali sono davvero le cose importanti.Sono frasi fatte?Non credo.Piuttosto penso che indipendentemente dalla fede religiosa,bisognerebbe vivere il Natale come una buona occasione per far un CTRL+ALT+CANC (per stare in tema con i tempi) e goderci il nostro Tempo valorizzandolo con chi ci fa star bene e con chi possiamo far sorridere.
BUON NATALE PAOLA!
Grazie Andrea per averci donato questa riflessione che ci aiuta a pensare! 😉