Attività educative e terapeutiche con gli animali

Insieme alla Dott.ssa Luisa Azzini (psicologa psicoterapeuta) e al Dott. Giovanni Bettoni (medico veterinario) abbiamo dato vita al “Gruppo di Padernello” ossia un’ équipe specializzata che si occupa di interventi Assistiti con gli Animali (IAA), noti a tutti come Pet Therapy, ossia una disciplina integrata che, grazie al coinvolgimento di animali domestici (nel nostro caso asini) può avere valenza terapeutica, educativa oppure ludica e in ogni caso è volta alla promozione del benessere di bambini, ragazzi, adulti, anziani e delle loro famiglie. In Italia la Pet Therapy è stata riconosciuta come cura ufficiale dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2003 che sancisce il ruolo affettivo che un animale può avere nella vita di una persona e la valenza terapeutica degli animali da compagnia.

Il 25 Marzo 2015 sono state riconosciute e approvate le Linee Guida Nazionali in materia di Interventi Assistiti con Animali che prevedono, a seconda del tipo di intervento, il coinvolgimento di una équipe multidisciplinare composta da diversi professionisti ognuno con il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

In base agli ambiti di attività gli IAA si classificano in:

Terapia assistita con gli animali (TAA): intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura di disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva, relazionale e sociale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine. L’intervento può essere sia individuale che di gruppo ed è personalizzato sui pazienti sulla base del loro progetto individuale di crescita e cambiamento.
Educazione assistita con gli animali (EAA): intervento di tipo educativo che ha il fine di promuovere, attivare e sostenere le risorse e le potenzialità di crescita e progettualità individuale, di relazione ed inserimento sociale di tutte le persone. L’intervento può essere sia individuale che di gruppo e contribuisce a migliorare la qualità di vita della persona e a rinforzare l’autostima dei soggetti coinvolti. Attraverso la mediazione degli asini vengono attuati percorsi di educazione comportamentale volti a supportare bambini e ragazzi nella capacità di interiorizzazione delle regole.
Attività assistita con gli animali (AAA): intervento con finalità di tipo ludico-ricreativo e di socializzazione attraverso il quale si promuove il miglioramento della qualità della vita e la corretta interazione uomo-animale.

In che modo è possibile creare una relazione con un animale?

Tanti di noi hanno avuto occasione di avere una relazione significativa con un animale e provare in prima persona quanto questo rapporto, quando basato sul rispetto reciproco e riconoscimento dei bisogni dell’altro, possa farci stare bene riducendo lo stress, migliorando il nostro umore e aiutandoci a mantenere maggiore equilibrio. Anche la scienza oggi ci spiega come una relazione profonda con un animale sia effettivamente possibile proprio perché noi esseri umani condividiamo con la maggior parte dei mammiferi caratteristiche cerebrali comuni. Da una parte un cervello limbico, ossia una zona del nostro cervello adibita alla gestione delle emozioni e alla comprensione di tutto ciò che di non verbale c’è nella comunicazione (tono della voce, sguardi, espressioni del viso, movimenti, distanza relazionale), dall’altra sia le persone che gli animali possiedono i neuroni specchio, ossia piccole particelle che consentono a ognuno di noi di sentire emotivamente quello che sente l’altro, anche se i due appartengono a specie diverse. Le ricerche sperimentali hanno lungamente spiegato il comportamento animale in termini di risposte condizionate: oggi invece sappiamo che abbiamo in comune un cervello emotivo e una serie di neuroni speciali, che ci permettono di comprenderci e di apprendere gli uni dagli altri, siamo in grado di entrare in relazione con gli animali ed esse sono ugualmente complesse nei due sensi.

Le caratteristiche della relazione uomo – animale

Non si tratta quindi di utilizzare l’animale come strumento per la terapia, al contrario è la ricerca di una relazione, di una comunicazione sul piano emotivo con l’animale, che costituisce elemento fondante la terapia. Soltanto il riconoscimento dell’esistenza dell’altro come “altro da me”, dotato di personalità e volontà, di bisogni, di un modo di essere, di intenzionalità, crea la condizione per l’instaurarsi di una relazione. Si tratta di uscire da una visione tolemaica antropocentrica che considera l’universo al servizio dell’uomo, è necessario decentrarsi e disporsi psicologicamente ad incontrare l’altro. La possibilità che si instauri una relazione parte dal riconoscimento della dignità di un’esistenza autonoma, indipendente e distinta da noi che pone l’altro su un piano orizzontale, uomo o animale che sia, di fronte a noi. Relazione sempre nuova, sempre diversa con ogni essere umano, con ogni animale. Ogni animale è diverso dall’altro e va considerato nella sua unicità e individualità. Relazione è fare i conti con l’altro, trovare la possibilità di comunicare con chi è diverso. E l’incontro con l’altro che ci permette di crescere e prendere consapevolezza di noi. Riusciamo a conoscersi solo attraverso le immagini di noi che viviamo attraverso gli altri. Ognuno di noi è l’insieme di tutti quei personaggi che proiettiamo sull’altro, e quanto più l’altro è diverso da noi tanto più ci impegna, ci coinvolge, ci interessa, ci spaventa; tanto più ci costringe a prendere coscienza di quelle parti che abbiamo rimosso. Ogni rapporto è unico e irripetibile. Ancor più di ogni persona, ogni animale è diverso in ogni relazione. La relazione, il vincolo che si viene a creare in questo caso tra operatore – asino – utente/i è il principale strumento che abbiamo a disposizione nel nostro ruolo di terapeuti. Ciò che appare è la risultante della dinamica tra i vincoli di coloro che sono coinvolti. E’ necessario concentraci su ciò che accade tra i soggetti, che sono diversi a seconda del contesto e del vincolo o relazione in cui sono attualmente coinvolti. L’asino rappresenta un’altra modalità di comunicazione che non passa per processi verbali, ma si articola sul piano corporeo. Davanti a un asino entriamo immediatamente in contatto con il nostro corpo, con i nostri aspetti più profondi e arcaici. La relazione con l’asino attiva risposte sul piano emotivo, risveglia la sensibilità, è il mezzo ideale per rimettere in gioco la gioia, il desiderio, la voglia di fare.

Perché l’attività con gli asini?

Perché è un’esperienza che ha come obiettivo il recupero della capacità di sentire, di provare emozioni, di esprimere sentimenti. Ha il compito di rieducarci alla consapevolezza dei nostri sentimenti, alla comprensione di ciò che sentiamo. La nostra cultura è caratterizzata da una crescente perdita dell’affettività. Mai come nella nostra epoca e in particolare negli ultimi anni l’uomo ha vissuto e vive una crisi profonda nei rapporti interpersonali e nelle relazioni. I rapporti affettivi sono diventati problematici (es. i rapporti genitori – figli); i rapporti di coppia sono sempre più conflittuali (infatti durano sempre meno). Oggi assistiamo al fenomeno dei rapporti “mordi e fuggi” e delle relazioni disimpegnate dette “amicizie erotiche”. L’amore è diventato problematico. La nostra è una società a basso tenore emotivo, caratterizzata dalla crescente perdita di affettività, della solidarietà e della disponibilità verso il prossimo e della capacità di sentire, di provare emozioni. La malattia psichica è la perdita della capacità di sentire. La persona in difficoltà non risponde emotivamente perché non sente emotivamente. L’attività di mediazione con l’asino è una “educazione” e “rieducazione” a sentire, a provare emozioni. E’ un risveglio da un sonno profondo. La rimessa in moto delle emozioni è l’obiettivo che vogliamo raggiungere. E ogni volta scopriamo che coloro che consideriamo bloccati in realtà sono carichi di emozioni e aspettano solo di essere attivati. E’ in questa realtà sociale dove siamo diventati cinici, indifferenti, estranei l’un l’altro che nasce il bisogno di recuperare una dimensione umana. E’ in questo momento di crisi delle relazioni, della paura di manifestare sentimenti che nasce il bisogno di tornare a contatto con gli animali, la natura, la spontaneità e l’autenticità (gli asini non mentono mai). E l’asino con il suo essere caldo, morbido e accogliente ci aiuta a ritrovare quella comunicazione e quell’affettività di base persa o che ci è stata negata. Con la sua semplicità funge da facilitatore relazionale, contribuendo a superare rigidità, chiusura e ostilità. Il lavoro insieme all’asino, a mio parere, è una delle strade che possiamo percorrere per ri-trovare quel modo di fare, pensare, guardare, esistere che G. Pagliarani ha chiamato “educazione sentimentale”. Spesso siamo istruiti, dotti, capaci di fare mille cose ma semianalfabeti in materia di amare. Pagliarani ci racconta che il verbo amare, il più facile dal punto di vista sintattico e grammaticale perché completo di tutti i modi, tempi e forme, dal punto di visa psicologico e quindi relazionale, è un verbo difettivo. I verbi difettivi sono quelli che mancano di qualcosa: tempi, modi o forme. Spesso siamo difettosi nella forma attiva: non sappiamo amare e vogliamo essere amati. Oppure il narcisismo che incombe ci impedisce la forma riflessiva, ossia la capacità di amarsi nel significato di rispetto di sé. Oppure mancano alcuni tempi: ho amato, sono stato amato ma ora non riesco ad amare, non amo più, non mi fido più e il nostro panorama esistenziale diviene un deserto. Oppure coniugo il verbo amare solo al condizionale: amerei se, amerei ma, e non riesco ad utilizzare l’indicativo: amo o sono amato.

In che modo è possibile partecipare alle attività educative con gli asini?

Durante l’anno vengono organizzati:

laboratori in piccolo gruppo per i bambini di diverse età
laboratori in piccolo gruppo per adolescenti
workshop tematici per adulti
serate di meditazione nel bosco di Padernello

E’ possibile essere informati sul programma delle attività iscrivendosi alla newsletter e inserendo i propri dati negli appositi spazi oppure contattandomi direttamente al numero 392 1544957 o scrivendomi una mail all’indirizzo info@paolavittorielli.it